Studiare e Lavorare: ecco i vantaggi di chi studia e lavora
Studiare e lavorare è difficile, non prendiamoci in giro. Non tutti sono in grado di portare avanti le due cose senza impazzire, senza farsi divorare dallo stress e dalla frustrazione. Tuttavia, la mia visione sull’argomento è ben precisa:
Io sono contrario al fare solo l’università.
Lo so, è un’opinione forte che, probabilmente, ti lascerà un po’ sorpreso/a, ma lascia che mi spieghi. In questo articolo voglio mostrarti tutti i vantaggi di chi studia e lavora, raccontando anche la mia esperienza personale.
Se lo preferisci alla lettura, qui sotto ti lascio anche il video YouTube che ho fatto sull’argomento:
Studiare e Lavorare: l’unione ideale tra teoria e pratica?
Ormai è noto che la relazione tra università e lavoro può essere parecchio complicata, basti pensare a quello che forse è il paradosso più noto tra i neolaureati:
“Tutte le aziende cercano persone giovani e con esperienza, ma come posso fare esperienza se nessuno mi assume?”
Naturalmente, ci sono tanti casi in cui questo non si verifica. Sono diverse le facoltà propedeutiche al lavoro in tutto e per tutto: ingegneria, medicina, giurisprudenza, infermieristica e chi più ne ha più ne metta.
Bisogna anche riconoscere, però, che ci sono facoltà meno professionalizzanti di altre, che richiedono molta intraprendenza e in cui, per prevenire il “paradosso dell’esperienza” (così l’ho ribattezzato), diventa molto utile iniziare a lavorare prima di laurearsi.
Come è ovvio, chi studia e lavora dovrà fare degli sforzi non adatti a tutti per conciliare le due cose. Tuttavia, ciò ha dei grossi vantaggi che si ripercuoteranno sulla costruzione della propria vita adulta. Personalmente, ne identifico 2.
1. Studiare e lavorare è un’occasione di crescita personale
Gli anni dell’università sono forse quelli più importanti per sviluppare skill e competenze che ci torneranno utili ogni giorno per il resto della vita. Te ne cito solo alcune:
- Decision making;
- Gestione delle responsabilità;
- Gestione del tempo;
- Gestione dello stress;
- Gestione delle emozioni;
- Gestione delle relazioni (amicali, sentimentali, professionali e familiari).
Tutte queste sono soft skill fondamentali ma che, purtroppo l’università non insegna e non insegnerà mai.
Ecco perché ritengo che restare confinati nel solo contesto accademico, spesso privo di qualsiasi formazione pratica, sia uno spreco di opportunità e di potenziale.
Sia chiaro però: queste abilità non sono riservate solo a chi studia e lavora. L’importante è allargare i propri confini e continuare a fare nuove e diverse esperienze di vita (ci torneremo tra poco).
2. Studiare e Lavorare ti rende indipendente
Ovviamente, studiare e lavorare è un ottimo modo per ottenere indipendenza dai propri genitori e guadagnare un primo stipendio utile tanto per contribuire alle spese dello studio quanto per togliersi qualche sfizio.
Tuttavia, attenzione a non trascurare l’università!
Se il tuo obiettivo primario è lo studio, allora studiare e lavorare deve essere funzionale alla laurea. Non ha senso fare il cameriere 8 ore al giorno se poi non riesci a essere presente a lezione e/o sei è troppo stanco/a per studiare a causa della fatica fatta in sala (camerieri avete tutto il mio rispetto).
Trova un lavoro che si possa conciliare con le tue esigenze. Anche qualche ora di ripetizioni qua e là sono un inizio.
Se, invece, ti rendi conto che l’indipendenza è la tua massima priorità, allora forse l’università non è la strada giusta per te (almeno per il momento) e potresti considerare di lavorare per qualche tempo, magari per riprendere poi a studiare qualche anno dopo.
L’università è semplice
Lo so, vedo crescere l’indignazione nei tuoi occhi dopo aver letto il titolo di questo paragrafo, ma lascia che ti spieghi.
Si pensa spesso che l’università sia difficile, complessa. Tuttavia, io la trovo semplice. Non per forza facile, ma semplice.
Pensaci: l’università è un percorso già scritto, già spianato, che richiede di prendere pochissime decisioni e responsabilità (e non dirmi che decidere se dare gli esami al primo o al secondo appello è una decisione, perché non lo è). In altre parole: sai cosa studiare, sai quando farlo, sai da quali fonti e sai quali argomenti ti saranno utili.
Ciononostante, ci sono facoltà più o meno facili, che quindi richiedono più o meno impegno per essere portate a termine. Medicina, ingegneria, giurisprudenza e tante altre sono senza dubbio difficili, ma restano semplici per i motivi di cui abbiamo appena parlato.
Al contrario, qualcosa di complesso — opposto dunque a “semplice” — è un qualsiasi percorso non scritto, in cui nessuno ti dice cosa dovresti fare e come dovresti farlo, nessuno ti dà delle deadline e dei criteri di valutazione precisi. In altre parole, devi creare il tuo percorso.
Tra l’altro, il più delle volte, la difficoltà dell’università non dipende tanto dalla facoltà in sé, dai corsi o dai professori, ma dal modo in cui la si affronta.
“Non ce la faccio più…”
“Avrò fatto la scelta giusta? Questa facoltà fa davvero per me?”
“Mi sento indietro rispetto ai miei compagni.”
Quante volte hai detto o sentito frasi come queste?
Cali di motivazione, disorganizzazione, dubbi, ansie e incertezze sono cose normali, ma da non sottovalutare. Al contrario, vanno gestite nel modo corretto o ci renderanno non solo l’università, ma la vita intera, molto più complessa di quanto non sia davvero.
In aggiunta, bisogna anche considerare il pessimo metodo di studio che la gran parte degli studenti universitari usa. Poco efficace, poco efficiente e spesso basato sul noiosissimo e controproducente “leggi e ripeti”.
Inoltre, è noto che quando si dedica il 100% delle proprie energie a una singola attività, questa diventerà più stressante. Ciò accade per un semplice motivo:
Se falliamo siamo rovinati.
Se vuoi approfondire, parlo in dettaglio di questo concetto nel mio video Cosa fare quando tutto va storto.
Infine, spesso capita che gli studenti universitari full-time abbiano troppo tempo e, paradossalmente, questo porta a non averne abbastanza per fare tutto ciò che si deve. È risaputo, infatti, che quando dobbiamo svolgere un compito senza un vincolo temporale preciso, tendiamo a “spalmare” quell’attività in tutto il tempo che abbiamo a disposizione.
Se, poi, uniamo tutto questo all’evidente mancanza di concentrazione che affligge molti studenti, capiamo che ansie, stress e frustrazioni sono dietro l’angolo.
La mia esperienza da studente lavoratore (e atleta della memoria)
Ebbene sì, nonostante sia il campione del mondo di memoria, non passo tutto il mio tempo chiuso in camera a memorizzare numeri, carte o volti delle persone.
Oltre alla mia carriera da Memory athlete, da qualche anno sono anche una persona che studia e lavora. Nello specifico, studio Management and computer science alla Luiss di Roma e lavoro sui social come content creator (e credimi, è un lavoro molto più complesso di quel che può sembrare).
Non consiglio di ambire a voler fare così tante cose e io stesso, tra i buoni propositi per l’anno nuovo ho inserito il fare di meno, dato che sono arrivato ad avere troppe cose da gestire tutte insieme.
Tuttavia, la mia è stata una scelta consapevole di cui mi sono assunto ogni responsabilità, che mi ha dato tante soddisfazioni ma che ha anche assorbito tutto il tempo che avevo a disposizione.
Non tutti vogliono fare così tante cose e non tutti devono farle, va bene così. In pochi puntano all’ossessione, a raggiungere il massimo livello nel proprio campo ed è più che normale. Ma se senti di voler ambire a qualcosa di più, sappi che hai abbastanza tempo per fare tutto. Per studiare, per lavorare, per fare esperienze e coltivare passioni e relazioni. Certo non sarà facile, dovrai diventare un asso della pianificazione e della gestione dello stress, ma la soddisfazione che ne trarrai sarà enorme.
La chiave, dunque, è la curiosità. Non fermarti al tuo campo di studio ma cerca di scoprire cosa questo mondo ha da offrire. Esci dalla bolla dell’università, arricchisci la tua vita.
Conclusione
L’obiettivo di questo articolo è spronare chi dedica tutta la sua vita allo studio a portare avanti qualcosa, (a patto che ci riesca senza impazzire). Non parlo solo di studiare e lavorare, ma di costruirsi un proprio percorso che crei un senso di sfida. Qualcosa di difficile, a tratti stressante, che spinga a prendere il controllo del proprio tempo e delle proprie energie, oltre a conoscere nuove persone specializzate nei campi più disparati.
Tutto ciò non è possibile facendo solo l’università e, secondo il mio parere, è uno spreco di grande potenziale e di opportunità.
Spero che questo articolo ti sia stato utile. Se vuoi approfondire i temi della memoria, della produttività e del miglioramento personale continua a seguirmi sul blog!
Per finire, in basso ti lascio i link al mio canale YouTube e a tutti i miei altri canali social. Ci vediamo là.
A presto,
Andrea