Ossessione o Talento? Il segreto per raggiungere gli Obiettivi
Lionel Messi e Cristiano Ronaldo sono rivali da oltre 13 anni. Una rivalità fatta di continue provocazioni e scontri sul campo da calcio. Nell’immaginario collettivo, il primo rappresenta il talento mentre il secondo l’ossessione e il duro lavoro.
Ma è davvero così? L’ossessione può competere con (o addirittura superare) una predisposizione naturale?
Personalmente, io credo di sì.
La mia esperienza da Memory Athlete mi ha reso un cultore di disciplina e costanza, mi ha convinto del fatto che il duro lavoro possa davvero superare il talento.
Con questa lettura, cercherò di dimostrarti che campioni non si nasce ma si diventa tramite studio, pratica e ossessione per il proprio campo, qualsiasi esso sia.
Di tutti gli articoli presenti sul blog, questo è forse il più personale, dato che tutto ciò che leggerai è frutto delle lezioni di vita che la mia carriera da atleta della memoria mi ha trasmesso. È proprio grazie all’ossessione, infatti, che mi sono guadagnato il titolo di World Memory Champion e grazie a cui ho totalizzato il punteggio più alto di tutti i tempi.
Prima di cominciare, però, ti lascio qui sotto il video YouTube che ho fatto sull’argomento, in caso lo preferissi alla lettura:
Anche l’ossessione è un talento
Il talento è qualcosa con cui si nasce, qualcosa che si scopre e che non si sviluppa con la pratica. In tal senso, l’ossessione non è diversa. Ecco perché, quando parlo di quest’ultima, mi piace definirla “Talento Ossessivo“, in contrapposizione al “Talento Tecnico“.
Ossessionati si nasce, non si diventa
Questo particolare talento, però, non gode di ottima fama. Al contrario, è visto negativamente dalla maggior parte delle persone e, per alcuni aspetti, a ragion veduta.
Dopotutto, nella vita tutto ha un prezzo e l’ossessione non fa eccezione. A fine articolo ti parlerò anche dei lati negativi e di ciò che ho imparato sulla mia pelle per gestirli, non te lo perdere.
Il Talento Tecnico è (spesso) sopravvalutato
Torniamo per un attimo a parlare di calcio.
Sicuramente è uno sport che necessita di anni di pratica fin da bambini e per cui c’è una competizione estrema. Tuttavia, è un campo semplice, isolato, che quasi tutti (per lo meno tra i maschi del nostro paese) provano almeno una volta nella vita.
Va da sé che chi si approccia al calcio capirà abbastanza presto di essere predisposto/a o meno. Il talento, infatti, ha una discreta importanza per discipline come questa, anche se un ossessionato può tranquillamente rivaleggiare con un prodigio.
Nei campi più complessi, però, la situazione cambia. Entrano in gioco talmente tante variabili e micro-abilità da sviluppare e praticare che il talento per la singola disciplina perde di importanza.
Ovviamente, le discipline mentali come i Memory Sports sono un esempio perfetto.
In un campo complesso come questo è difficile definire che cosa renda una persona “talentosa”. La nuda e cruda bravura nella memorizzazione, infatti, ha un ruolo necessario ma non sufficiente per essere competivi a livello internazionale.
Sono parecchie le soft skill su cui allenarsi e/o per cui essere portati, te ne cito alcune:
- Creatività;
- Velocità di pensiero;
- Visualizzazione di concetti come immagini;
- Gestione delle emozioni e dell’ansia da prestazione;
- Accettazione e gestione del fallimento.
Come vedi, sono variabili per nulla immediate da notare nella vita quotidiana.
Più è complesso il campo, più l’ossessione supera il talento
Chiarito questo concetto, vediamo ora perché la persona ossessionata avrà sempre una marcia in più rispetto a quella talentosa.
1. L’ossessione è fonte di forza
L’ossessione in qualcosa fa superare meglio le difficoltà. Permette di resistere più a lungo alle avversità e rende più propensi a gestire e affrontare i problemi che, prima o poi, colpiscono chiunque lungo il proprio cammino.
Naturalmente, più l’ossessionato è ambizioso e più questo punto sarà prezioso, dato che più in alto si vuole arrivare e più difficoltà bisogna essere in grado di gestire.
2. L’Ossessione rende Ambiziosi
A proposito di ambizione, l’ossessionato difficilmente si accontenta. Al contrario, tende a volere sempre di più, a spingersi sempre oltre, a resistere sempre più a lungo.
Chiaro, arrivare al vertice della propria disciplina è riservato a pochissimi. Tuttavia, anche se la persona ossessionata non dovesse arrivare tanto in alto, è assai probabile che otterrà comunque dei risultati migliori di chi non ha la sua stessa attitudine.
3. L’Ossessione cambia il tuo modo di pensare
L’ossessionato è maniacale, vede possibilità di miglioramento in micro-dettagli di cui gli altri, semplicemente, non si accorgono.
Questo modo di ragionare gli pervade la vita: in ogni momento si ritroverà a pensare al campo di riferimento, a come migliorare, a scomporre un obiettivo a lungo termine in micro-step, da superare un passo alla volta con disciplina e costanza.
È semplice: con un ossessionato non si può competere.
Per capire meglio questo concetto, dai un’occhiata al mio articolo sulla Pianificazione, in cui spiego come si scompone un obiettivo e si crea un piano dettagliato per conseguirlo.
Inoltre, vista la natura personale di questo articolo (ti avevo avvertito), permettimi di citare di nuovo i Memory Sports.
Al mio esordio ho conosciuto per la prima volta altri atleti, con cui ho iniziato a confrontarmi sulle prove, sulle tecniche e sulle strategie, e beh… Sono rimasto stupito, ma in negativo.
Non facevo che pensare a quanto la preparazione dei miei avversari fosse approssimativa. Non capivo come fosse possibile non soffermarsi attentamente su tutte le soft skill di cui ho parlato prima, su cosa fare in ogni secondo del tempo a disposizione per la memorizzazione.
Per me era assurdo.
Questo perché, nei miei allenamenti, io lavoro per ottimizzare ogni singolo passaggio di ogni prova, è una cosa normale per me, che fino a quel momento credevo normale anche per i miei avversari.
Non lo dico con arroganza, ma lo trovo utile per farti capire che è proprio il talento ossessivo ad avermi fatto vincere il campionato mondiale nell’anno di esordio.
Non puoi competere con chi lavora su dettagli che per te non esistono.
4. L’ossessione porta a vivere in funzione dell’obiettivo
Ebbene sì, per l’ossessionato non basta trarre il massimo da ogni sessione di allenamento, non basta pensare in continuazione a come migliorare in ogni dettaglio, ma si arriva a pianificare la propria intera vita in funzione dell’obiettivo.
Tutto è finalizzato a spingere al massimo le prestazioni: se allenarsi al mattino o al pomeriggio, quanto dormire, cosa mangiare, quanto tempo dedicare ad amici e relazioni e così via.
Per chi manca di Talento Ossessivo, una pianificazione a questo livello non è concepibile.
5. L’Ossessione rende Meticolosi
Vivere in funzione dell’obiettivo significa calcolare ogni variabile, così da avere le massime probabilità di successo e non lasciare nulla al caso.
In tal senso, posso dirti che essere un campione mondiale mi rende anche un campione di meticolosità, che cerco di trasferire in tutti coloro che puntano ad arrivare in alto in qualsiasi disciplina.
Naturalmente, questo vale soprattutto per i miei allievi del Team italiano dei Memory Sports, a cui possono accedere gratuitamente tutti coloro che sono entrati in Mnemonica 2.0 – l’Arte di Ricordare, il videocorso sulle tecniche di memoria che ho creato insieme a quei folli di Alessandro de Concini e Vanni De Luca.
Con il nostro aiuto, imparerai a padroneggiare le tecniche di memoria per ricordare qualsiasi cosa tu voglia potenzialmente per sempre, e ne scoprirai le applicazioni nello studio, nella vita di tutti i giorni, nelle gare di memoria e nell’arte performativa.
Se vuoi saperne di più, clicca qui e scopri di cosa siamo stati capaci.
Pensa che circa un mese fa sono arrivato primo al campionato French Open e due miei allievi si sono aggiudicati il secondo e terzo posto. Inutile dire che è stata per me un’enorme soddisfazione.
6. Il potere della Visualizzazione Positiva
La Visualizzazione Positiva è quella pratica in cui un atleta, ad esempio, visualizza se stesso mentre svolge una performance perfetta, immagina una versione “ideale” di sé.
Lo scopo, ovviamente, è rendere più probabile che questo livello di esecuzione diventi reale.
Nel libro La dittatura delle abitudini, l’autore Charles Duhigg cita Michael Phelps come amante di questa pratica, che l’ex nuotatore chiamava “la cassetta”. Tutti i giorni, prima di andare a dormire, immaginava di fare una gara in maniera perfetta: ogni bracciata, ogni movimento, ogni secondo di apnea e di respiro, a un livello di dettaglio incredibile.
Questo per una persona ossessiva è, di nuovo, normale. Ogni momento in cui non ci si allena è prezioso tanto per la visualizzazione quanto per riflettere su nuove strategie di miglioramento.
Tutto ciò a patto che poi si metta in pratica ciò che si visualizza.
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7. La Ripetizione è fondamentale
La ripetizione è cruciale per il miglioramento, a prescindere dal campo. Più si ripete più si diventa bravi a farlo.
Anche in questo caso, la persona ossessiva ha una marcia in più. Vuoi perché sopporta meglio la fatica, vuoi perché è motivata dall’ambizione, vuoi per la sua meticolosità.
Ad ogni modo, il beneficio più grande della ripetizione è che riduce le possibilità di errore durante la performance. Prova a pensarci: come ti sentiresti se ti fossi allenato per mesi in qualcosa per poi sbagliare proprio nell’unico momento in cui devi performare al massimo?
Sarebbe devastante. Chi è ossessionato lo sa bene, per questo ripete con una cura maniacale per i dettagli, così da non cadere vittima di fattori di cui non aveva controllo.
La persona ossessionata è molto meno vittima delle circostanze.
Ossessione vs Talento: tiriamo le somme
Come abbiamo detto, l’ossessione serve per avere controllo di ogni singola variabile in gioco, per dare il massimo in ogni situazione e massimizzare le chances di successo.
Il talento, al contrario, lascia che ci siano più fattori dettati dalle circostanze, cosa che porterà tanto a dei picchi positivi quanto a dei crolli negativi, che saranno inevitabili poiché fuori dal nostro controllo.
L’ossessionato non ha bisogno delle circostanze, ma crea quelle necessarie per avere successo.
Attenzione però, ciò che ho detto è vero e l’ho provato sulla mia pelle, ma l’importanza di questi principi varia a seconda della disciplina. Come accennavo all’inizio, infatti, l’ossessione diventa sempre più importante all’aumentare della complessità del campo.
Al contrario, l’ossessione perde di importanza all’aumentare dell’impatto della genetica nel campo di riferimento.
Esatto, fino ad ora ho trascurato la genetica, ma non posso non parlarne vista l’ovvia pertinenza. Nello specifico, devo ammettere che l’ossessione difficilmente ha la meglio su di essa, poiché chi ha una tale predisposizione migliora più in fretta e con meno sforzo.
Tuttavia, è logico pensare che ciò sia vero soprattutto per le discipline fisiche, mentre per quelle mentali c’è molto più margine di manovra.
Infine, considera che è anche sbagliato etichettare una persona come “ossessionata” o “talentosa”. Siamo ben più sfaccettati di così e in noi possono convivere entrambi gli aspetti con sfumature diverse.
Tornando alla rivalità fra Messi e Ronaldo, con cui ho iniziato l’articolo, entrambi hanno sia Talento Tecnico sia Talento Ossessivo ma, appunto, in misure diverse.
I (molti) lati negativi dell’ossessione
Fin dall’inizio ho detto di essere consapevole dei rischi legati all’ossessione e dei numerosi lati negativi. Dopotutto, questo articolo sarebbe fuorviante se ne parlassi solo in modo positivo.
Ecco dunque una serie di criticità con cui ogni persona ossessiva deve fare i conti, il “prezzo da pagare” per tutti i vantaggi che abbiamo visto finora:
- L’ossessione rende insoddisfatti: nessun obiettivo sarà mai abbastanza, ma ci sarà sempre qualcosa di meglio verso cui andare. La felicità della conquista sarà solo momentanea e presto lascerà il posto all’ossessione per il prossimo traguardo;
- Il fallimento fa male, molto male: ho già parlato di accettazione del fallimento e di come io stesso ho faticato tantissimo nel migliorare in ciò. È un video molto intimo, che ti consiglio di vedere;
- È difficile staccare e rilassarsi: la mente della persona ossessiva finisce per riflettere sempre sul proprio campo. Ha fame di miglioramento e di progresso. In altre parole, l’overthinking è all’ordine del giorno.
Tutte queste controindicazioni, naturalmente, non vanno subite in modo passivo. Parte del lavoro della persona ossessionata deve essere indirizzato anche nel conoscerle, nel mitigarle e nel gestirle. Penso sia fondamentale per un sano processo di crescita personale, di cui parlo sia qui sia su YouTube.
Conclusioni
L’ossessione batte il talento perché porta a pensare in modi che per gli altri non esistono, ecco perché lo ritengo il segreto per raggiungere gli obiettivi.
Certo, ha un prezzo da pagare da non trascurare, tuttavia ti assicuro che, nonostante i lati negativi, non la scambierei con nulla al mondo, poiché è ciò che mi permette di impegnarmi al massimo in qualunque cosa io voglia.
Non a caso, i periodi più brutti della mia vita coincidono con i momenti in cui non avevo una passione verso cui indirizzare la mia ossessione, verso cui buttarmi a capofitto. Mi sentivo perso, senza uno scopo, ma oggi sono fiero di dire che sto creando, passo passo, un percorso in cui incanalarla.
Spero che questo articolo ti sia stato utile. Se vuoi approfondire i temi della memoria, della produttività e della crescita personale continua a seguirmi sul blog!
Infine, qui in basso trovi tutti il link al mio canale YouTube e a tutti i miei canali social, ci vediamo là.
A presto,
Andrea