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Perché NON sei Multipotenziale (e come trovare la tua strada)

“Multipotenziale” è un termine che sento dire sempre più spesso, ormai di moda tra coloro che non sanno che direzione dare alla propria vita.

Viviamo in una società in cui è comune il fatto che ognuno di noi debba trovare la propria vocazione. Quell’unica grande passione in cui specializzarsi, trasformarla in un lavoro e portarla avanti per tutto il tempo che ci resta da vivere.

Ciò finisce per tagliare fuori chi, invece, è attratto da più cose diverse e non vuole limitarsi a un’unica disciplina. Con ogni probabilità, questa fetta di popolazione si sentirà sbagliata, dato che non rientra in questa convenzione sociale.

Da questo disagio nasce l’etichetta di “multipotenziale”, una condizione autoimposta che trasforma il vivere nella costante indecisione riguardo al futuro in qualcosa di cui andare fieri, in qualcosa che rende unici poiché diversi.

La verità, però, è un’altra: il multipotenziale non esiste e te lo dimostrerò in questo articolo.

Vedremo insieme chi è il multipotenziale, come io stesso mi sono illuso per anni di esserlo, quali sono gli inganni mentali che mi hanno portato a crederlo e, in conclusione, quella che trovo sia la soluzione per questo genere di persone. 

Come sempre, ti lascio qui sotto il video YouTube che ho fatto sul tema, nel caso lo preferissi alla lettura:

Chi è il Multipotenziale (e perché sbaglia a chiamarsi così)

Anzitutto, i multipotenziali non sono i curiosi. Non sono coloro a cui piace documentarsi su tanti argomenti, nemmeno a un buon livello di approfondimento.

Una persona multipotenziale è chi, di norma, fatica a dedicarsi a un solo campo a lungo. È una persona a cui nascono sempre nuove passioni, che si sviluppano in modo travolgente e a cui si dedica con estrema dedizione finché, dopo qualche tempo, queste non si spengono e fanno largo a quelle successive.

Per una settimana vuole fare il fotografo, quella dopo il musicista, quella dopo ancora l’atleta e così via.

Multipotenziale

Per farla breve, il multipotenziale è l’opposto dello specialista. Il secondo, infatti, si appassiona a un solo campo e lo porta avanti fino a diventarne un esperto. Al primo, invece, le passioni scompaiono con la stessa rapidità con cui sono nate. Ciò gli impedisce di coltivare qualcosa a fondo e, dunque, di diventare davvero esperto in qualcosa.

Non è raro che questo causi angoscia e frustrazione. Se nell’infanzia e nell’adolescenza è sano e normale avere tante passioni per scoprire il mondo, quando si cresce diventa necessario dare una direzione alla propria vita, cosa impossibile se non si ha chiaro ciò a cui ci si vuole dedicare in modo serio e duraturo.

Se ti sei ritrovato/a in alcune delle caratteristiche che ho descritto, sappi che non sei solo/a. Siamo tutti multipotenziali, nel senso che a tutti nascono nuovi interessi nella vita. La differenza sta nella misura in cui ognuno lo manifesta. Tuttavia, ciò non ci rende speciali o diversi, né giustifica tutti i problemi che vedremo insieme a breve.

Pensa che anche io, in passato, mi definivo multipotenziale, ma solo crescendo ho capito quanto questa etichetta fosse limitante verso ciò che potevo fare e gli obiettivi che potevo raggiungere.

Permettimi di aprire una parentesi a riguardo, credo potrà esserti utile.

Il mio passato da Multipotenziale

Multipotenziale

Ebbene sì, anche io ho un passato da multipotenziale, anche se non credo nella multipotenzialità (e se ti sembra una contraddizione, vedrai che non è così).

Da ragazzino avevo tantissime passioni che ho perseguito con grande dedizione e che, a poco a poco, si sono spente, così come si è spenta la mia voglia di migliorare:

  • il cubo di Rubik;
  • Il pugilato;
  • La giocoleria;
  • Yu gi oh.

Potrei continuare, ma credo sia chiaro il concetto.

L’angoscia e la frustrazione di cui ti parlavo poco fa hanno fatto parte di me per parecchi anni. Odiavo la sensazione di diventare bravo in qualcosa e poi, quando finiva la passione, abbandonarla e iniziare con qualcos’altro daccapo, di nuovo da completo principiante.

Oggi, al contrario, sono fiero di dire che non mi considero uno specialista, poiché la memoria non è l’unico campo a cui mi dedico, ma nemmeno un multipotenziale, poiché ho imparato i segreti per portare avanti le mie passioni negli anni e diventarne un esperto (o, addirittura, un campione del mondo… concedimi questo flex).

Per riuscirci, ho individuato due inganni che mi creavo da solo e che, come me, limitano tantissime persone nel loro percorso di miglioramento. Vediamoli insieme.

Inganno 1: Trova la tua passione e sarai felice per sempre

Raggiungere gli obiettivi

Una delle più grandi cavolate (per non essere volgare) che sento dire quando si parla di passione e del “trovare la propria strada”, è che questa sia lastricata di sole gioie e soddisfazioni.

FALSO!

“La propria strada”, qualsiasi essa sia, sarà fatta all’80% di rotture di scatole, sconforto, imprevisti e difficoltà da affrontare.

Non fare l’errore di credere che le passioni si coltivino facendo solo cose per piacere. Il miglioramento è un processo faticoso per definizione, che richiede sforzo a prescindere dal campo di applicazione.

(Tieni a mente questo concetto perché tra poco lo vedremo nel dettaglio)

Inganno 2: il piacere è dato dall’esecuzione

Qualsiasi passione tu abbia, sappi che il piacere non è dato tanto dall’atto in sé, quanto dal sapere che stai facendo la cosa giusta, che stai lavorando per raggiungere un obiettivo preciso che sai ti darà enorme soddisfazione in futuro.

Mi spiego meglio con un esempio.

Un nuotatore professionista, che è obbligato a passare 6 ore al giorno in piscina a fare avanti e indietro nella stessa vasca per 25 anni, con un’alimentazione ferrea e l’obbligo di sacrificare la sua vita sociale in favore dello sport, stai certo/a che non trae puro piacere da ogni allenamento. 

Multipotenziale

Al contrario, lo fa perché ha un obiettivo preciso da raggiungere, come un record da superare o una qualificazione alle olimpiadi.

Ciò significa che non gli piace nuotare? Assolutamente no! Altrimenti non sarebbe un nuotatore.

Lo stesso principio si applica a me.

Io amo i Memory Sports, ma ti assicuro che non mi alleno un’ora e mezza al giorno perché mi piace. Al contrario, le mie sessioni causano uno stress mentale enorme, che mi serve per arrivare ai miei obiettivi, i quali necessitano di dedizione e sacrificio per essere raggiunti e per cui la gratificazione sarà immensamente più grande dell’atto stesso di memorizzare, poiché me li sono sudati.

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Ogni settimana, infatti, condivido via mail un concetto che mi ha migliorato la vita, ma che è troppo breve per essere trattato in un video o in un articolo.

Ti aspetto!

Il punto debole del Multipotenziale: la Dedizione

Di solito, appena il multipotenziale incontra le prime difficoltà, e realizza che coltivare una passione non regala solo gioie, molla.

Anche se all’apparenza sembra che l’interesse sia semplicemente svanito, in realtà nasconde una serie di problemi, quali mancanza di pazienza, di sacrificio, di sopportazione della noia e della ripetizione. 

Infatti, anche se la passione scende non è detto che sia il caso di mollare. È normale che, con il tempo, il piacere immediato dato dall’esecuzione cali, ma ad aumentare sarà quello a medio/lungo termine, in relazione ai risultati raggiunti.

Per capire meglio questo concetto ti mostro un grafico che credo ti sarà utile: in cui in blu trovi la Curva del Miglioramento e in verde la Curva del Piacere, in relazione al tempo e alla skill in questione.

multipotenziale

Quando ci approcciamo a qualcosa di nuovo, di solito miglioriamo molto in fretta. La Curva del Miglioramento è in rapida ascesa e più miglioriamo più il piacere aumenta. Siamo energici, euforici e fieri del nostro lavoro, cosa che ha conseguenze molto positive sull’autostima e sulla fiducia in se stessi.

È proprio all’apice di questa euforia che, però, crolla tutto. Dopo poco, la curva inizia ad appiattirsi e il progresso si fa sempre meno evidente. Si raggiunge una specie di stallo, un punto chiamato Ok Plateau, in cui il sogno finisce e lascia spazio alle frustrazioni, alle difficoltà e agli imprevisti tipici di ogni disciplina.

Arrivati qui il miglioramento sarà sempre meno percettibile, ma non vuol dire che non si possa andare oltre.

Al contrario, è solo l’inizio. Si possono raggiungere risultati incredibilmente superiori, ma la cosa ha un prezzo: la Deliberate Practice. Una pratica intenzionale, faticosa, ripetitiva, che non garantisce un miglioramento regolare. Ovvio, le cose si fanno più difficili, ma è proprio questo il punto in cui gli amatori mollano e i professionisti vanno avanti.

Da qui in poi, il piacere diventa irregolare, con picchi di energia quando si migliora e grossa frustrazione quando ci si confronta con ostacoli all’apparenza insuperabili.

Questo è il momento in cui non si può più andare a caso, ma bisogna introdurre aspetti quali la pianificazione, la gestione delle emozioni, l’accettazione del fallimento e delle sane abitudini, tutti argomenti di cui ho già parlato sia qui sul blog sia su YouTube e che sono cruciali per raggiungere qualsiasi obiettivo.

Le obiezioni del Multipotenziale

Mi immagino già una domanda tipica:

Ciò non va in contrasto con il classico motto “Enjoy the journey”? Con il fatto che la cosa più importante è che ti piaccia quello che fai, ancor più della meta finale?

Assolutamente no

Il processo va apprezzato nella sua interezza, è vero, ma ciò include tanto i momenti di soddisfazione quanto quelli di sconforto

Avere una passione reale e sincera significa accettare e apprezzare il fatto che il processo di miglioramento è un continuo alternarsi di alti e bassi, ed è perfetto così.

Pensa che un grande momento di sconforto mi è successo proprio qualche giorno fa, ai Campionati Europei Memory League, trasmessi in diretta sul canale YouTube del mio collega e amico Alessandro de Concini.

Stavo gareggiando contro un ragazzo indiano di 17 anni, Vishvaa Rajakumar, un vero prodigio della memoria, che appena ai quarti di finale mi ha battuto 6 volte di fila, mettendomi in una situazione che pensavo fosse schiacciante.

Sarò onesto, alla sesta sconfitta ho pensato solo una cosa: “è finita”. Sapevo che perdere il titolo europeo ai quarti di finale sarebbe stato devastante tanto per me, l’attuale campione del mondo, quanto per tutto il mondo dei Memory Sports.

Non avevo scelta, dovevo recuperare.

Mi sono alzato, ho fatto un po’ di stretching e ho ritrovato il Mindset giusto per continuare la gara. L’unico modo per farlo era realizzare che una grande vittoria è fatta di piccoli traguardi intermedi, che mi sarebbero serviti per pareggiare il punteggio e, infine, superare Vishvaa.

Com’è andata? Beh… sono ufficialmente campione europeo.

Anche se è stato lo sconforto più grande che io abbia mai provato in gara, sappi che ho amato quel momento. Mi ripetevo che, se avessi recuperato, avrei dimostrato a me stesso di essere in grado di rialzarmi e vincere anche in una situazione così difficile.

Tutto questo ha reso la gratificazione della vittoria immensamente maggiore.

T-Shaped Knowledge: la soluzione per un Multipotenziale?

Multipotenziale

Come abbiamo visto, è legittimo che per molte persone sia impossibile essere del tutto verticali su qualcosa. Tuttavia, non va bene nemmeno non essere esperti in nulla, poiché può portare frustrazione e indecisione riguardo la strada da perseguire nella vita.

È qui che entra in gioco la T-Shaped Knowledge, per cui una persona si specializza in uno o due campi, ma ha anche una conoscenza più o meno approfondita di altri argomenti di suo interesse.

Esempi perfetti sono i marketer e gli imprenditori, ma anche tutte quelle altre professioni che richiedono il giusto mix tra competenze specifiche e una conoscenza più generale in altri campi.

Per concludere, ricorda che per arrivare al top serve la passione che diventa ossessione, termine che non gode di ottima fama ma a cui ho deciso di dedicare un articolo specifico, per spiegare come io ne ho tratto vantaggio nella mia carriera da Memory Athlete.

Conclusione

Se stai ancora cercando la tua strada, non crogiolarti nella convinzione di essere un multipotenziale.

Ricorda che un calo di motivazione è più che normale, specie se avviene in una situazione di stallo come nell’Ok Plateau. Non mollare dunque alle prime difficoltà, ma aspetta di vivere un periodo di alti e bassi prima di decidere se è davvero il caso di abbandonare qualcosa in cui, un giorno, potresti eccellere.

Per il resto, accetta il ritardo della gratificazione, lavora ora per avere soddisfazioni molto più grandi in seguito e non farti abbattere alla prima difficoltà o da un po’ di frustrazione.

Mi raccomando.

Spero che questo articolo ti sia stato utile. Se vuoi approfondire i temi della memoria, della produttività e della crescita personale continua a seguirmi sul blog!

Infine, ti ricordo che in basso trovi i link al mio canale YouTube e a tutti i miei canali social. Ci vediamo là.

A presto,

Andrea