Le mappe mentali: cosa sono e come usarle per studiare
Le mappe mentali sono diventate famose come uno dei migliori schemi per studiare e interiorizzare grosse quantità di informazioni.
Ma è davvero così?
In questo articolo scoprirai:
- cosa sono le mappe mentali
- come usare le mappe mentali per studiare
- come realizzare una mappa mentale
- le ricerche e gli studi scientifici sulle mappe mentali
Cominciamo!
Mappe mentali: cosa sono?
Una mappa mentale è uno schema radiale, che si sviluppa da un’idea centrale per poi aprirsi in una serie di ramificazioni che esauriscono il contenuto informativo in esame e sulle quali vengono poste le parole chiave per rappresentare l’argomento.
È importante limitarsi ad inserire solo parole chiave, e non intere frasi, anche questo fa parte del processo che le rende efficaci.
Questo tipo di schema, inventato dallo psicologo inglese Tony Buzan, si caratterizza inoltre per l’impatto grafico e l’uso massiccio di colori e disegni (anche se vedremo non essere così conveniente spendere tanto tempo su questa fase).
Vediamo subito un esempio per capire di cosa stiamo parlando.
Mappe mentali: a cosa servono?
Le mappe mentali hanno 4 principali campi di applicazione:
- Studio: sono un ottimo strumento per schematizzare e rielaborare le informazioni che devi studiare
- Prendere appunti: sono un ottimo metodo anche per prendere appunti, possono renderti più partecipe e meno passivo/a evitando di scrivere indistintamente tutto quello che viene detto in una lezione. Inizierai subito a rielaborare e ad organizzare i concetti che vengono spiegati con i conseguenti vantaggi.
- Brainstorming: grazie alla loro struttura radiale, sono un ottimo modo per fare brainstorming
- Organizzazione e pianificazione di testi e discorsi: anche in questo caso, le mappe mentali possono essere un comodo strumento per strutturare gli argomenti di un testo o un discorso (ma anche un progetto o un’idea creativa)
Mappe mentali: come si costruiscono?
Per costruire una mappa mentale ti serviranno un foglio, una matita o una penna e dei colori.
Gira il foglio in orizzontale e parti dal centro. Lì scrivi l’argomento che vuoi studiare, e poi, se possibile, disegnalo. Non deve essere un bel disegno, basta che sia una rappresentazione chiara dell’argomento centrale, un’immagine che possa richiamare l’idea. Ad esempio, se stai studiando l’apparato circolatorio, puoi disegnare un cuore.
Attenzione! Anche se i disegni sono una parte importante di una mappa mentale, è importante non perdere troppo tempo nella fase di rappresentazione grafica, così come nell’uso dei colori.
Rami
A questo punto, dall’idea centrale devi far partire dei “rami principali”, che la dividono in macro argomenti. Ogni ramo principale deve essere di un colore diverso. Riprendendo l’esempio dell’apparato circolatorio, i rami principali possono essere: cuore, vasi sanguigni, sangue. Ogni ramo principale andrebbe accompagnato sempre da un piccolo disegno.
Da ogni ramo principale vanno fatti poi partire uno o più “rami secondari”, che vanno a sviscerare l’argomento del ramo principale, sempre usando le parole chiave. I rami secondari hanno lo stesso colore del loro principale. Ad esempio, dal ramo principale “vasi sanguigni” possono partire tre rami continui, vene, arterie e capillari.
È importante che i rami secondari siano strutturati gerarchicamente rispetto a quelli principali. Non sarà dunque ramo principale “vene”; ramo secondario “vasi sanguigni”, ma il contrario.
Se necessario si prosegue con rami terziari, quaternari e così via, evitando però di rendere troppo complessa la mappa.
Se questo non sembra possibile allora probabilmente è il caso di dividere quell’argomento in due mappe.
Per esigenze particolari esistono poi altri due tipi di rami:
- il ramo tratteggiato: collega due rami separati, segnalando un collegamento tra i due
- il ramo a casella: in fondo al ramo presenta un rettangolo dove si possono inserire formule, definizioni e tutto quello che non si riesce a riassumere in poche parole chiave
Ed ecco fatto, la tua mappa mentale è pronta!
Esempi
Ecco qualche esempio di mappa mentale completa:
Cliccando qui puoi vedere delle mappe particolarmente creative e artistiche, sicuramente però poco pratiche per la vita di tutti i giorni.
Consigli
Due consigli pratici per la realizzazione delle tue mappe mentali:
- Cerca di occupare tutto il foglio, senza lasciare spazi vuoti
- Gioca con la parte visiva: usa colori brillanti, scrivi in stampatello, scrivi con caratteri o dimensioni diverse
Questo serve a rendere ogni mappa originale e con un buon impatto visivo, tutte caratteristiche per renderle più memorabili ed efficaci.
Per quanto riguarda la loro applicazione nello studio è importante dire che non sono adatte a tutte le tipologie di materie: sono ottime per quelle gerarchiche e concettuali ma non lo sono per quelle pratiche e tecniche.
Dove l’argomento presenta una gerarchica abbastanza complessa possono essere lo schema migliore da applicare, dove invece la parte tecnica prevale su quella gerarchica (nelle materie come matematica, fisica, informatica…) non sono lo strumento giusto.
Esistono anche dei software che permettono di realizzare delle mappe mentali:
- iMindMap: programma pensato da Tony Buzan. È a pagamento, ma ha anche una versione di prova gratuita.
- XMind Zen: programma gratuito, meno potente di quello di Buzan ma comunque molto versatile.
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Difficoltà
Creare una buona mappa mentale non è facile: dobbiamo stabilire una precisa gerarchia, collegare ogni ramo al successivo, esprimere il tutto sotto forma di sole parole chiave… ma è proprio questa la chiave dell’efficacia.
Lo sforzo di dover stabilire la gerarchia ci costringe a doverla capire profondamente, distribuire gli argomenti nei rami ci obbliga a fare nostra la struttura e l’evoluzione dell’argomento, usare solo parole chiave ci rende partecipi e attivi…
Questo principio nella psicologia cognitiva viene definito difficoltà desiderabile.
Il senso nell’usare le mappe mentali non è tanto quello di averle per poi consultarle in un secondo momento e aiutarci a ripassare ma proprio l’atto stesso di crearle. Poi ovviamente ci saranno utili anche per ripassare, ed è comodissimo poterlo fare per interi argomenti con poche mappe.
Ed è per questi stessi motivi che ad esempio i riassunti non sono uno strumento efficace di rielaborazione.
Mappe mentali e memoria
Le mappe possono essere usate in combinazione con le tecniche di memoria.
Questo non significa memorizzare l’intera mappa però. Significa che, qualora fosse necessario, possiamo usare le mnemotecniche per memorizzare le parti più complesse e i dettagli tecnici presenti in essa.
In altri casi può invece essere utile memorizzare l’intera mappa come quando abbiamo a che fare con un discorso, una presentazione o un argomento particolarmente mnemonico.
Sicuramente il palazzo della memoria è il miglior alleato per queste situazioni perché la struttura delle stanze può rispecchiare la struttura della mappa (argomento=palazzo, rami principali=stanze, rami secondari=loci…).
Un ottimo modo per capire quali sono le informazioni sulle quali non basta la sola comprensione è tramite la tecnica dei bigliettini.
Se invece si tratta di pochi dati possiamo usare il link method.
E, come al solito, è importante integrare delle strategie di ripasso, ad esempio con le flashcards o le ripetizioni programmate.
Se sei nuovo/a a questi argomenti parti da qui.
Cosa dice la scienza?
Ci sono diversi studi scientifici sulle mappe mentali e sul loro utilizzo nel mondo dell’apprendimento.
Tutti questi studi concordano sull’efficacia generale dell’utilizzo di questo tipo di schema nello studio.
In modo particolare, i punti di forza delle mappe mentali sono:
- la struttura radiale, che permette di organizzare le informazioni gerarchicamente
- l’utilizzo di disegni e colori, che stimola la memoria visiva
- l’utilizzo di parole chiave
Quindi le mappe mentali sono lo schema migliore del mondo?
No!
Gli studi non hanno dimostrato alcuna sostanziale differenza tra i diversi tipi di schematizzazione.
Infatti, i principi delle mappe mentali (la gerarchia tra informazioni, l’aspetto visivo, l’utilizzo di parole chiave…) possono essere trovati anche in altri schemi.
Quello che fa davvero la differenza nell’apprendimento è l’atto di schematizzare e rielaborare le informazioni utilizzando i giusti principi, a prescindere dal tipo di schema.
Conclusione
La tecnica delle Mappe Mentali è utile per organizzare e comunicare idee e informazioni, per sviluppare associazioni tra idee diverse, individuare relazioni tra idee simili e tanto altro.
Ora hai tutte le conoscenze per iniziare a usarle, approfittane.
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Alla prossima,
Andrea